Studiare i chengyu: origine e esempi d'uso (parte 2)
I chéngyǔ成语sono locuzioni idiomatiche spesso formate da quattro caratteri, frasi fatte che si avvicinano in parte a quelli che noi sogliamo chiamare modi di dire. Per chi si fosse perso il primo articolo sull’argomento, in cui è presente anche una breve presentazione generale dei chengyu, può aprirlo cliccando direttamente qui.
Scopriamo insieme la storia, il significato e l’uso di tre nuovi chengyu.
hú jiǎ hǔ wēi 狐假虎威
"La volpe profitta della forza della tigre"
Tanti anni fa viveva nella foresta una tigre gigantesca, motivo di terrore per tutti gli altri animali. Un giorno la tigre, particolarmente affamata, si mise a cercare una preda. Arrivata nella parte della foresta in cui gli alberi erano più fitti, adocchiò una volpe che camminava spensierata tra i cespugli. “È una vita che non mangio una volpe”, pensò la tigre, “non posso lasciarmi sfuggire questa occasione”. Atterrata a fianco della volpe con un balzo fulmineo, spalancò le fauci pronta ad inghiottirla in un sol boccone. La volpe esclamò prontamente: “Fermati! Come osi considerarti il re di tutti gli animali? Non riesco a credere che tu stessi persino per mangiarmi! Non sai che il Signore dei Cieli mi ha nominato re di tutti i re? Chiunque osi mangiarmi o farmi del male sarà oggetto delle ire del Signore, ricevendo una terribile punizione.” La tigre, non convinta totalmente dalle parole della volpe, la osservò con attenzione. Notando il suo portamento pieno di eleganza ed arroganza, incominciò a pensare che ciò che aveva detto fosse vero. In cuor suo però continuava a non capire perché il Signore dei Cieli avesse voluto scegliere proprio la volpe come re di tutti i re, quando gli altri animali erano terrorizzati in primo luogo dalla tigre. La volpe, vedendo che la tigre esitava a mangiarla ed avendo capito di essere riuscita a scalfire la sua sicurezza, rincarò la dose e con un tono imperioso le disse: “Che c’è? Non mi credi? Quando troppo è troppo! Vieni con me, mettiti alle mie spalle mentre cammino al centro del sentiero, così potrai vedere con i tuoi occhi che ogni volta che incontro un altro animale quest’ultimo scappa in preda al terrore.” Arrivati in una radura dove molti animali stavano cercando da mangiare, la volpe attirò l’attenzione su di sé con un potente guaito. Gli animali, non facendo quasi caso alla volpe, fuggirono terrorizzati vedendo la tigre alle sue spalle. Una volta scappati, la volpe si voltò con aria soddisfatta ad osservare la tigre: “Hai visto? Te l’avevo detto!” La tigre, piena di ammirazione, si scusò per ciò che aveva fatto e si allontanò in fretta e furia dalla volpe, senza capire di essere stata ingannata.
In Cina, come ben sappiamo, le guānxi 关系 “relazioni” sono fondamentali. Questo chengyu viene utilizzato proprio in quelle situazioni in cui una persona incute timore agli altri esclusivamente grazie alle sue guānxi, ai suoi contatti. Persone che, come la volpe, sono sicure di sé, e persino arroganti, solo quando hanno alle loro spalle una “tigre”.
Esempi d’uso:
xiàng tā nà zhǒng hú jiǎ hǔ wēi de rén , zuì ràng rén qiáo bù qǐ 像他那种狐假虎威的人,最让人瞧不起。
tā shǒu xià de rén jīng cháng zài wài miàn hú jiǎ hǔ wēi 他手下的人经常在外面狐假虎威。
tā yǐ wéi yǒu gè zǒng jīng lǐ yuè fù, jiù kě yǐ hú jiǎ hǔ wēi luàn qī rén 他以为有个总经理岳父,就可以狐假虎威乱欺人?
huà lóng diǎn jīng 画龙点睛
"Fare gli occhi al drago dipinto."
In Cina, ai tempi della dinastia Liang, viveva un famosissimo pittore di nome Zhang Sengyou, specializzato nel dipingere i dragoni. La leggenda ci narra come Zhang Sengyou, sotto richiesta dell’imperatore Wu, avesse pitturato ben quattro dragoni sulle pareti di uno dei templi più famosi di Nanchino, conosciuto con il nome di An Le Si 安乐寺. I quattro dragoni erano stati dipinti con grande maestria. Erano infatti stati dipinti con tratti vividi e perfetti che li facevano sembrare vivi, pronti a spiccare il volo. Dalle squame agli artigli, ogni singola pennellata era impeccabile. La cosa che però colpiva ogni persona che si recava nel tempio era che a questi draghi non erano stati dipinti gli occhi. Un giorno Zhang Sengyou si recò al tempio in occasione di un’importante celebrazione. Riconosciuto da molti a causa della sua fama, gli venne chesto più volte perché ai draghi non fossero stati dipinti gli occhi. Zhang Sengyou rispose: “Non posso dipingerglieli! Se avessi dipinto anche gli occhi, i dragoni sarebbero stati così realistici che avrebbero spiccato il volo.” Le persone, incredule, continuarono a consigliargli di dipingere gli occhi mancanti. Zhang Sengyou, dopo tanto insistere, prese in mano il pennello e si mise all’opera, decidendo però di dipingere gli occhi solo a due draghi, per paura di aver fatto tutto il lavoro per niente. “Spostatevi!”, disse alla folla, “se state lì i draghi finiranno per travolgervi mentre partono in volo.” Come staccò il pennello dal muro, una volta finiti gli occhi, il cielo si oscurò all’improvviso e si scatenò una fortissima tempesta. I due dragoni si staccarono dal muro e con aria solenne si alzarono in cielo, sparendo dietro a grandi nubi nere.
Usato principalmente in campo artistico, questo chengyu viene reso in italiano come "dare il tocco finale" o "dare un ultimo tocco da maestri".
wú lùn shuō huà hái shì xiě wén zhāng, tā dou shàn cháng huà lóng diǎn jīng 无论说话还是写文章,他都擅长画龙点睛。
méi yǒu nǐde huà lóng diǎn jīng de yī bǐ, zhè fú huà huán zhēn méi shí me kàn tóu 没有你的画龙点睛的一笔,这幅画还真没什么看头。
jǐng qū dí huà lóng diǎn jīng zhī chǔ jiù zài nà yī dòng jiàn zhù shàng 景区的画龙点睛之处就在那一栋建筑上。
wǒ de zuò wén xiě dé běn lái yǐ jīng hěn chà le, kě shì jiā shàng lǎo shī huà lóng diǎn jīng jù zǐ hòu , wǒ de wén zhāng huàn rán yī xīn 我的作文写得本来已经很差了,可是加上老师画龙点睛句子后,我的文章焕然一新。
wò xīn cháng dǎn 卧薪尝胆
"Giacere sulla paglia e assaporare il fiele"
In Cina, durante il periodo delle primavere e degli autunni (722 a.C. – 481 a.C.), vi erano frequenti guerre tra lo stato Wu e lo stato Yue. Nel 496 a.C., per vendicare il padre, il re Wu dichiarò guerra e sconfisse il sovrano dello stato Yue, di nome Gou Jian. Per umiliare Gou Jian, Wu lo fece portare nel proprio stato e lo mise a lavorare tra la servitù di palazzo. Nonostante il re di Yue provasse profonda vergogna nel cuore, decise di tenere duro, mostrandosi devoto ed obbediente. Quando il re Wu doveva uscire, Gou jian gli preparava e spazzolava il cavallo. Quando Wu si ammalava, lui stava costantemente ai piedi del letto, pronto ad accudirlo. Tutta questa devozione non passò inosservata. Il re Wu, vedendo Gou Jian svolgere in modo così ligio il proprio lavoro, decise di rimandarlo a casa, affermando che ne aveva già passate abbastanza. Gou Jian, una volta tornato nello stato Yue, si mise subito a meditare vendetta. Gli insulti subiti e tutta l’umiliazione provata nel cuore gli imponevano di vendicarsi. La sua unica paura era che gli agi e le comodità, che si trovava ad apprezzare di nuovo dopo tante sofferenze, lo distraessero e indebolissero il suo desiderio di vendetta. Decise così di appendere una cistifellea nella stanza in cui di solito consumava i pasti; allo stesso modo sostituì i cuscini con scomodi mucchi di paglia. Ogni volta che si recava a mangiare, il sapore amarissimo della bile e la scomodità della paglia gli facevano ricordare le angherie subite mentre viveva nel palazzo Wu. La pazienza era una qualità ritenuta importantissima da Gou Jian e sapeva benissimo che per riuscire nella sua vendetta non doveva avere fretta. Nel periodo successivo si dedicò a fare prosperare il proprio stato, migliorare la vita della popolazione e migliorare le abilità del proprio esercito. Un giorno, sentito di una calamità naturale nello stato di Wu, decise di sfruttare l’occasione e di dare via alla sua vendetta. Le truppe di Gou Jian ebbero la meglio e, in poco tempo, eliminarono lo stato Wu.
In italiano il chengyu viene spesso tradotto come "risoluto a vendicarsi ad ogni costo". Viene spesso utilizzato in quei contesti in cui si affrontano, o ci si auto-impogono, numerosi disagi e incomodità al fine di rafforzarsi ed essere certi di arrivare al proprio obiettivo.
Esempi d’uso:
zhōng guó zú qiú yào xiǎng chōng chū yà zhōu, bì xū wò xīn cháng dǎn 中国足球要想冲出亚洲,必须卧薪尝胆。
zài bào chóu xuě chǐ qián, wǒ jué dìng xiān guò wò xīn cháng dǎn de shēng huó 在报仇雪耻前,我决定先过卧薪尝胆的生活。
duì yú shàng cì de shī bài, wǒ mén gāi wò xīn cháng dǎn, nǔ lì xué xí 对于上次的失败,我们该卧薪尝胆,努力学习。
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“Tra Cina e Italia” punta ad essere un punto di riferimento, in particolare (ma non solo) per coloro situati tra Modena e Reggio Emilia, per coloro che vogliono capire di più o per quelli che hanno a che fare con il mondo cinese. Quello che sogno è di riuscire a portare un po’ di Cina autentica anche qui, avvicinando le persone a un mondo di cui sanno molto poco o di cui hanno una visione non sempre corrispondente alla realtà. Sul sito verranno pubblicati regolarmente post che parlano della Cina e che vorrei condividere con tutti coloro che condividono questa passione. Dalla cultura al cibo, dalla lingua ai viaggi. Cercherò di inserire nei post anche alcuni scatti a cui sono particolarmente legato, scelti tra le migliaia di foto fatte in questi anni. “Tra Cina e Italia” offre diversi servizi, come per esempio corsi di lingua cinese (sia per privati che per aziende) o di italiano per cinesi. Servizi di traduzione ed interpretariato, così come di accompagnatore viaggi. Corsi e serate, portate avanti insieme ad un cuoco professionista, per imparare a cucinare il cibo cinese (quello vero). Si organizzano anche eventi dedicati all’approfondimento della cultura e della società cinese.
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