La nuova via della seta
L’Italia è stato uno dei primi paesi in Europa a commerciare con la Cina. Già più di 2000 anni fa la Via della seta permetteva a queste due civiltà di portare avanti importanti scambi. Personaggi come Marco Polo, Matteo Ricci e Giuseppe Castiglione portarono i due paesi ad avere una più profonda comprensione reciproca. Fino ad oggi però l’Italia è stato uno dei paesi a lavorare meno con la Cina, cercando a volte di evitare dei rischi ma finendo spesso per perdere importanti occasioni. Che le cose stiano per cambiare?
Il presidente Xi Jinping sarà in visita nel nostro paese dal 21 al 24 marzo, giorni che vedranno anche la firma di un memorandum d’intesa per quanto riguarda l’importante iniziativa della Nuova via della seta. Gli Stati Uniti hanno già fatto sentire la propria voce, invitando l’Italia a non legittimare la Cina. C’è chi vocifera già che la firma di questo memorandum porterà ad un incrinamento dei rapporti tra gli USA e l’Italia. Mentre Berlusconi si dice molto preoccupato da questo accordo, il quale a suo dire potrebbe mettere a rischio la nostra libertà, a Bruxelles c’è chi teme che l'adesione al protocollo rischi di danneggiare il tentativo di trovare un percorso comune nell'Ue per gestire gli investimenti cinesi. Conte però tranquillizza: «L’Italia fisserà con la Cina — attraverso un memorandum che, preciso subito, non ha la natura di accordo internazionale e non crea vincoli giuridici — una cornice di obiettivi, principi e modalità di collaborazione nell’ambito dell’iniziativa Belt and Road, un importante progetto di connettività euroasiatica cui il nostro Paese guarda con lo stesso interesse che nutriamo per altre iniziative di connettività tra i due continenti. Il testo, che abbiamo negoziato per molti mesi con la Cina, imposta la collaborazione in modo equilibrato e mutualmente vantaggioso. Abbiamo preteso un pieno raccordo con le norme e le politiche Ue, più stringente rispetto ad accordi analoghi firmati da altri partner Ue con Pechino. Abbiamo inserito chiari riferimenti ai principi di sostenibilità economica, sociale, ambientale, di reciprocità, trasparenza e apertura cari all’Italia e all’Europa». Anche l'assessore regionale allo Sviluppo Economico Mino Borraccino ha affermato che: "La Nuova Via della Seta è una grande opportunità per la Puglia, sarebbe incomprensibile perderla".
Dibattiti e dibattiti su qualcosa che non si capisce a fondo, come ha affermato a Bruxelles Giovanni Tria, ministro dell’economia: «Si sta facendo credo una gran confusione su questo accordo, che non è un accordo, è un Memorandum of understanding. Si ribadiscono i principi di cooperazione economici e commerciali presenti in tutti i documenti europei, nessuna regola commerciale ed economica viene cambiata».
Ma che cos’è esattamente questa Nuova via della seta (yÄ« dài yÄ« lù 一带一路, in inglese One Belt One Road)? Si tratta di un'iniziativa strategica della Cina per il miglioramento dei suoi collegamenti commerciali con i paesi nell'Eurasia. Partendo dallo sviluppo delle infrastrutture di trasporto e logistica, la strategia cinese mira a promuoverne il ruolo nelle relazioni commerciali globali, favorendo i flussi di investimenti internazionali e gli sbocchi commerciali. La giornalista Giulia Pompili ha definito l’iniziativa della Nuova via della seta come «un nuovo ordine mondiale con “caratteristiche cinesi”, un progetto strategico che guarda ai prossimi cinquant’anni e non ai prossimi cinque, capace di mettere in sicurezza gli interessi cinesi in ogni angolo del globo e contrastare l’egemonia dell’altra potenza: quella americana». Si tratta indubbiamente di un grandissimo progetto che può portare tanta ricchezza non solo alla Cina ma anche a tutti i paesi che si trovano sul suo percorso. La sua costruzione ha già ottenuto tanti risultati in molti ambiti diversi, dalla politica alle infrastrutture, dagli scambi culturali al commercio.
Leggiamo insieme qualche affermazione del presidente Xi Jinping su questo progetto:
“La Nuova via della seta punta a costruire una nuova piattaforma di cooperazione win-win per la comunità internazionale. Questa iniziativa, nata dalla Cina ma che appartiene al mondo, si basa sui principi di cooperazione, costruzione congiunta e beneficio reciproco. Si impegna nella costruzione di un percorso di pace, prosperità, apertura, sostenibilità, innovazione e civiltà, offrendo nuove opportunità di sviluppo ai paesi che ne prendono parte.”
“La costruzione della Nuova via della seta è il modo della Cina per partecipare a una cooperazione globale aperta, migliorare il sistema di governance economica globale, promuovere la prosperità di uno sviluppo congiunto e la costruzione di una comunità umana dal futuro condiviso. Nel promuovere la costruzione della Nuova via della seta dobbiamo trattare i paesi lungo il suo percorso con onestà, mantenendo la nostra parola e mostrandoci risoluti nella nostra opera. Bisogna portare avanti collaborazioni di mutuo vantaggio permettendo a tali paesi di trarre beneficio dalla crescita economica cinese.”
“L’antica via della seta ha prosperato in tempi di pace ed è decaduta in tempo di guerra. La costruzione della Nuova via della seta necessita di un ambiente pacifico e stabile. Dobbiamo costruire un nuovo tipo di relazione internazionale che abbia al suo centro il reciproco vantaggio, che porti al dialogo e non allo scontro e che sia caratterizzato da collaborazioni sottoforma di amicizie piuttosto che alleanze. Tutti i paesi devono mostrare rispetto verso la sovranità, la dignità, l'integrità territoriale, i percorsi di sviluppo, i sistemi sociali, gli interessi primari e le principali preoccupazioni degli altri stati.”
E infine parliamo di cifre, guardiamo qualche dato interessante:
Entro la fine del 2018 la Cina ha firmato 170 documenti di cooperazione politica con 122 nazioni e 29 organizzazioni internazionali. La cerchia di partner della Nuova via della seta ricopre l’Asia, l’Europa, l’Africa, l’Oceania e l’America Latina.
I porti cinesi hanno stabilito rotte con più di 600 porti di primaria importanza, per un totale di più di 200 paesi. L'indice di interconnessione marittima rimane il numero uno al mondo.
La Cina ha investito 40 miliardi di dollari USA per costituire la Nuova via della seta.
Questa iniziativa ha portato alla costruzione di 82 zone di cooperazione economica e commerciale all’estero
La Ferrovia Addis Abeba-Gibuti, prima ferrovia africana elettrificata e transnazionale la cui costruzione è stata gestita dalla Cina con standard e tecnologie cinesi, è già entrata in attività.
Il porto di Gwadar, costruito congiuntamente da Cina e Pakistan, darà una nuova forma al corridoio economico tra i due paesi.
Ha preso il via il primo progetto ferroviario ad alta velocità della Cina all’estero: è già iniziata la costruzione complessiva della ferrovia ad alta velocità di Giava, Indonesia.
Il gasdotto cino-russo in doppia linea è entrato ufficialmente in funzione. È iniziata la progettazione da parte dei due paesi di una linConnessioni finanziarie
Il numero dei membri della Banca Asiatica d'Investimento per le Infrastrutture è salito a 93, di cui il 60% sono paesi lungo la Nuova via della seta.
Gli investimenti diretti esteri hanno superato gli 80 miliardi di dollari USA.
La Cina e i paesi partecipanti alla costruzione della Nuova via della seta hanno accelerato la velocità della logistica rafforzando la collaborazione doganale, migliorando la cooperazione e la coordinazione per l’ispezione ed accelerando l’inserimento dei prodotti agricoli e alimentari.
Dal 2013 al 2018, il volume totale delle importazioni e delle esportazioni della Cina e dei paesi lungo la Nuova via della seta ha raggiunto il valore di 6.469,19 miliardi di dollari.
La Nuova via della seta ha creato 244 mila posti di lavoro nelle aree locali.
Entro la fine di aprile 2018, la Cina ha stabilito 1023 gemellaggi con città di 61 paesi lungo la Nuova via della seta, pari al 40,18% del numero totale di gemellaggi con città straniere in Cina.
Nel 2017, gli scambi turistici tra la Cina e i paesi della Nuova via della seta hanno visto lo spostamento di 60 milioni di persone. Rispetto al 2012, le uscite e gli ingressi collegati alla Nuova via della seta sono aumentati rispettivamente di 2,6 e 2,3 volte. Il turismo portato da questa iniziativa è diventato un importante punto di crescita per il turismo mondiale.
Tra la Cina e 29 paesi della Nuova via della seta sono stati tolti i visti o attivati i visti all’arrivo.
Nei paesi lungo la Nuova via della seta sono stati creati 173 Istituti e 184 Aule Confucio.
Le borse di studio del governo cinese aiutano finanziariamente ogni anno 10000 matricole dei paesi della Nuova via della seta per andare a studiare e perfezionarsi in Cina.
Qui il link per il testo completo dell'intesa tra Cina e Italia riguardo la Nuova via della seta.
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“Tra Cina e Italia” punta ad essere un punto di riferimento, in particolare (ma non solo) per coloro situati tra Modena e Reggio Emilia, per coloro che vogliono capire di più o per quelli che hanno a che fare con il mondo cinese. Quello che sogno è di riuscire a portare un po’ di Cina autentica anche qui, avvicinando le persone a un mondo di cui sanno molto poco o di cui hanno una visione non sempre corrispondente alla realtà. Sul sito verranno pubblicati regolarmente post che parlano della Cina e che vorrei condividere con tutti coloro che condividono questa passione. Dalla cultura al cibo, dalla lingua ai viaggi. Cercherò di inserire nei post anche alcuni scatti a cui sono particolarmente legato, scelti tra le migliaia di foto fatte in questi anni. “Tra Cina e Italia” offre diversi servizi, come per esempio corsi di lingua cinese (sia per privati che per aziende) o di italiano per cinesi. Servizi di traduzione ed interpretariato, così come di accompagnatore viaggi. Corsi e serate, portate avanti insieme ad un cuoco professionista, per imparare a cucinare il cibo cinese (quello vero). Si organizzano anche eventi dedicati all’approfondimento della cultura e della società cinese.
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