I cinesi che si recano in Italia: studio e turismo
Dalla fine del 1800 l’Europa è diventata la prima scelta per gli intellettuali e per gli studenti cinesi che cercano nuove idee e nuove conoscenze. Molti leader, politici, pensatori, autori e artisti cinesi del ventesimo secolo hanno avuto esperienze di studio in Europa. Lo stesso marxismo, a cui oggi la Cina fa riferimento, fu introdotto dagli studenti che si recarono all’estero. Purtroppo però per molti anni l’Italia non è mai diventata una delle mete principali scelte dagli studenti o dai turisti.
La situazione iniziò a cambiare dopo la stabilizzazione ufficiale delle relazioni diplomatiche italo-cinesi nel 1970: per lo studio e la diffusione della lingua italiana in Cina iniziò una nuova era. Ormai vicini al 2020, anno in cui ricade il cinquantesimo anniversario della nascita delle relazioni diplomatiche tra Cina e Italia, analizziamo insieme la situazione dei cinesi che vengono in Italia per motivi di studio e turistici.
STUDIARE IN ITALIA
Il 2005 fu un anno particolarmente importante per quanto riguarda gli studenti cinesi che decidono di recarsi nel Bel Paese o comunque di intraprendere un percorso basato sulla lingua italiana. I governi delle due nazioni firmarono infatti un accordo di cooperazione per incrementare il numero degli studenti diretti nei paesi reciproci. Da quel momento, grazie ai programmi di studio “Marco Polo” e il successivo “Turandot”, così come alla profonda collaborazione tra gli enti di ricerca e le università dei due paesi, il numero degli studenti che hanno deciso di venire in Italia a studiare è aumentato costantemente, raggiungendo un picco negli ultimi anni. Si stima infatti che siano tra i 5 e i 6 mila gli studenti cinesi che si recano ogni anno in Italia, ai quali si vanno a sommare le persone che ci si recano in visita accademica o per formazione professionale, per un totale di più di 8000 visti di studio rilasciati dalle ambasciate italiane in Cina ogni anno. Questi numeri hanno permesso all’Italia di diventare per la prima volta una delle più importanti destinazioni scelte dagli studenti cinesi, soprattutto per coloro che vogliono studiare arte e moda. Tuttavia, secondo coloro che conoscono a fondo questo fenomeno, la situazione non è delle più rosee. Questo perché sia le autorità scolastiche che le università di entrambi i paesi si sono accorti di numerosi problemi che riguardano gli studenti cinesi che vanno in Italia per studio. Tra i principali troviamo:
- Nonostante abbiano ottenuto il certificato di conoscenza linguistica di livello A2 o B2 approvato dallo stato italiano, molti studenti hanno grandi difficoltà nell’uso della lingua. Il loro basso livello linguistico e le difficoltà nell’usare la lingua italiana causano ostacoli nello studio e nel soddisfare esigenze di vita quotidiana.
- La maggior parte degli studenti che sceglie l’Italia non lo fa per passione verso la cultura ma bensì perché i requisiti richiesti sono più bassi, così come le spese per gli studi. Rispetto ad altre tradizionali mete quali l’America, l’Inghilterra, il Canada, la Germania, la Francia e il Giappone, possiamo dire che l’Italia è più conveniente. Vale a dire che molti studenti che decidono di andare in Italia lo fanno perché i loro voti o le condizione economiche della famiglia non gli permettono di andare nei paesi sopracitati.
- Le scarse abilità linguistiche e le deboli capacità di apprendimento non permettono agli studenti di integrarsi nella vita locale e nell’ambiente studentesco; di conseguenza sono poche le persone che riescono a superare con successo gli esami. Vi sono persino alcune università che hanno abbassato gli standard degli esami e di laurea apposta per gli studenti cinesi; sempre più numerose sono anche le università che diminuiscono il numero di posti per gli studenti del programma Marco Polo.
Nonostante questo la situazione della diffusione di libri o prodotti culturali italiani è molto migliore. Secondo alcune statistiche, il numero delle opere italiane tradotte in Cina negli ultimi otto anni ha superato il totale di quelle tradotte in tutto il ventesimo secolo e nei primi dieci anni del ventunesimo. Ogni anno vengono pubblicati in Cina più di 400 libri diversi di letteratura italiana. La Divina Commedia, il Decameron, Il Cuore e altre opere classiche vendono ogni anno molto di più qui che in Italia. Scrittori italiani contemporanei, come Italo Calvino e Umberto Eco, hanno in Cina moltissimi fan. I libri ad immagini di letteratura italiana per l’infanzia sono da sempre molto apprezzati dagli editori cinesi. Tuttavia, se studiamo il fenomeno a fondo, possiamo facilmente renderci conto che l'influenza della cultura italiana in Cina non corrisponde a quello che è il vero potere culturale dell'Italia. La sua influenza è di molto inferiore rispetto ad altre culture come quella americana, inglese, francese e tedesca. Persino il caffè, la pizza, il vino e il calcio, motivi d’orgoglio dell’Italia, perdono contro Starbucks, Pizzahut, Château Lafite-Rothschild e la Premier League inglese。
IL TURISMO CINESE IN ITALIA
Negli ultimi anni il numero di cinesi che si recano all’estero per motivi turistici è cresciuto esponenzialmente. Secondo gli ultimi dati dell’Organizzazione mondiale del turismo delle Nazioni Unite, più di un quinto dei consumi fatti dai turisti all’estero avviene da parte dei turisti cinesi. Al secondo posto vi sono i turisti statunitensi, i cui consumi però sono solo la metà di quelli dei cinesi. Questa situazione ha portato sempre più paesi a prestare grande attenzione a come attirare i turisti provenienti dalla Cina e sono in continua crescita i programmi turistici creati appositamente per loro. Secondo alcune stime l’Italia è il terzo paese d’Europa più visitato, dopo Francia e Germania, e Roma è la seconda città più scelta, seconda solo a Parigi. Altra cosa degna di nota è l’aumento dei turisti cinesi che si recano in Italia con viaggi indipendenti.
Le abitudini di vita dei cinesi sono però spesso diverse da quelle presenti in occidente. Essi infatti, una volta arrivati nei paesi occidentali, devono spesso affrontare piccoli disagi nelle loro giornate. Un esempio può essere il fatto che i cinesi sono abituati a bere acqua calda e preferiscono prepararsi il tè da soli, tuttavia nelle camere degli hotel europei è quasi impossibile trovare dei bollitori elettrici.
L’esperto di Cina italiano Jacopo Sertoli ha creato un progetto chiamato “Welcome Chinese” volto proprio ad affrontare questa problematica. L’obiettivo è quello di offrire ai turisti cinesi che si recano all’estero dei servizi e delle esperienze migliori, in modo da garantire loro degli standard di ospitalità cinesi anche nei paesi occidentali ed evitare disagi dovuti a differenze culturali tra le nazioni. In questo modo si riesce a permettere loro di vivere al meglio le usanze locali e allo stesso tempo si aiutano gli alberghi del luogo ad offrire un servizio attento e mirato.
Il numero dei turisti cinesi è aumentato significativamente e questo tipo di mercato turistico più maturo, in linea con i loro gusti e le loro abitudini di consumo, si sta gradualmente espandendo. “Attualmente i servizi europei non riescono ancora a soddisfare pienamente le esigenze dei turisti cinesi. Dobbiamo fare ulteriori progressi” ha affermato Jacopo Sertoli, “Da quando nel 2017 l’European Travel Commission e la China Tourism Academy hanno firmato un accordo portando “Welcome Chinese” ad essere un progetto riconosciuto per il turismo nei paesi europei, l’Europa ha accolto almeno 300 mila turisti cinesi ogni anno, i quali hanno contribuito all’economia spendendo più di un miliardo di euro. Date queste grandi cifre anche lo stesso mercato europeo deve raggiungere una maggiore comprensione dei turisti cinesi.”
“Consideriamo ora il caso dell’Italia. Il turismo dalla Cina è diventato il mercato che nei prossimi anni avrà la maggiore stabilità. Per questo motivo dobbiamo assolutamente impegnarci a migliorare la loro esperienza qui. Solo in questo modo si riuscirà a promuovere efficacemente lo sviluppo della nostra futura industria turistica locale”, ha continuato Sertoli. “Da quando è stato lanciato ufficialmente il progetto “Welcome Chinese” nel 2012, siamo riusciti ad aiutare il mercato turistico estero, ed in particolare quello italiano, a conoscere meglio i cinesi. Abbiamo inoltre promosso modalità migliori per accoglierli e offrire loro servizi attenti e mirati.”
“Oggi la politica cinese sui visti è meno rigida e anche il background culturale dei cinesi è diverso da quello del passato. I turisti cinesi hanno un profondo desiderio di scoprire e comprendere il paese in cui si recano. Un servizio curato e attento promuoverà moltissimo il mercato turistico italiano, e persino europeo, in Cina.”
Cultura e societĂ
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